Nome d'arte di Ernest F. McIntyre Bickel, attore statunitense. Lavora con successo in teatro fin dagli anni '20 contando su una brillante presenza scenica e un tipico aspetto da seduttore perbene che lo fanno duettare, una volta passato al grande schermo, con le più quotate dive dell'epoca in diverse commedie sentimentali di cassetta prodotte dalla Paramount. Il primo ruolo tragico gli vale già un Oscar, nei panni di Il dottor Jekyll (1932) di R. Mamoulian, in cui fornisce una delle più riuscite interpretazioni del tormentato scienziato e del suo barbaro doppio Mr. Hyde. I sopraggiunti anni d'oro di Hollywood gli forniscono diverse parti di alto livello attraverso tutti i generi. Nel 1934 si cimenta con il grande romanzo di L. Tolstoj Resurrezione, sempre di Mamoulian, e l'anno dopo brilla nella storia d'amore e guerra L'angelo delle tenebre, di S.A. Franklin, seguito da Anna Karenina (1935), ancora da Tolstoj, per la regia di C. Brown, in cui regge l'insidioso confronto con la divina G. Garbo. Da manuale del melodramma il ruolo del successivo È nata una stella (1937) di W. Wellman, che narra dell'ascesa nel mondo del cinema della giovane di provincia Esthel/J. Gaynor il cui marito Pigmalione Norman, superbamente interpretato da M., finirà alcolista e poi suicida, devastato dal successo di lei. Dopo la fiaba Ho sposato una strega (1942) di R. Clair, arriva il secondo Oscar per il reduce di guerra di I migliori anni della nostra vita (1946) di W. Wyler e poi l'impegnativo personaggio del disilluso venditore porta a porta Willy Loman in Morte di un commesso viaggiatore (1951) di L. Benedek, dal dramma omonimo di A. Miller. Finisce la lunga carriera, oltre ottanta film, in parti sempre incisive come il presidente americano insidiato dal complotto militarista di Sette giorni a maggio (1964) di J. Frankenheimer.